L'importanza delle relazioni

In questo articolo parliamo di relazioni sociali e delle recenti scoperte avanzate in questo ambito.  Il nostro sistema immunitario ci porta…

In questo articolo parliamo di relazioni sociali e delle recenti scoperte avanzate in questo ambito. 

Il nostro sistema immunitario ci porta ad essere socievoli

Jonathan Kipnis è professore di neuroscienze e direttore del “Center for Brain Immunology and Glia” (BIG) all’Università della Virginia. Kipnis, con il suo team, ha scoperto che il nostro sistema immunitario può influenzare le relazioni sociali. Se un tempo si pensava che il cervello ed il sistema immunitario fossero isolati, oggi invece sappiamo che non solo essi interagiscono a stretto contatto, ma che alcuni tratti caratteriali potrebbero essersi evoluti a causa della nostra risposta immunitaria agli agenti patogeni. Attraverso studi condotti sui roditori, il team ha scoperto che quando viene inibito l’interferone gamma, una proteina coinvolta nella risposta immunitaria a virus, batteri e parassiti, alcune aree cerebrali diventano iperattive e gli animali diventano meno socievoli. Ripristinando l'attività dell’interferone gamma, la socialità ritorna a livelli normali. Sembra quindi che, durante l’evoluzione, questa molecola ci abbia "spinto" ad instaurare relazioni sociali e, allo stesso tempo, ci abbia protetto dai microrganismi patogeni. Gli studiosi ipotizzano che un sistema immunitario che non funziona come dovrebbe, potrebbe essere coinvolto in problemi sociali legati a disturbi neurologici e psichiatrici. Rispetto a quest’ultima considerazione, c’è ancora molta strada da fare.

L’amicizia come nuovo antidolorifico

L’amicizia non solo fa bene allo spirito, ma anche al corpo. Lo sappiamo grazie a Katerina Johnson, ricercatrice dell'Università di Oxford, la quale ha scoperto che una ricca rete di veri amici ci aiuta a tollerare meglio gli stimoli dolorosi. Questo è possibile grazie alla produzione di endorfina, una sostanza chimica che ha un effetto analgesico più potente di quello della morfina. Lo studio condotto da Johnson si basa sulla teoria “Brain Opioid Theory of Social Attachment” che ipotizza che le nostre interazioni sociali stimolino emozioni positive quando le endorfine si legano ai recettori cerebrali degli oppioidi. Dopo aver somministrato un questionario relativo alle relazioni sociali ad un gruppo di volontari, essi hanno effettuato un “test del dolore” che consisteva nel mantenere il più a lungo possibile una posizione scomoda. È stato dimostrato che le persone che erano in grado di sopportare la prova erano le stesse che dichiaravano di avere molti amici. I risultati suggeriscono che il circuito delle endorfine potrebbe essere compromesso in persone che soffrono di depressione.

Sviluppare empatia a partire dalla relazione con i cani

Molte ricerche hanno dimostrato i benefici della vita con i cani: bambini più intelligenti, sistema immunitario ed apparato cardiocircolatorio più efficiente. Per questo Angelo Vaira, zooantropologo e studioso di scienze cognitive animali, ha fondato ThinkDog, una scuola cinofila volta a collaudare e ad insegnare tecniche e modelli operativi di impronta cognitivo-relazionale. Con il supporto di ricercatori universitari, è stata dimostrata la scientificità del progetto “Bambility”, un’attività che mira allo sviluppo delle capacità sociali ed emotive del bambino attraverso l’interazione diretta con il cane. I bambini che crescono con gli animali domestici, infatti, hanno una maggiore capacità empatica, ovvero sono capaci di leggere e comprendere con più facilità le emozioni ed i comportamenti altrui, proprio perché allenati fin da piccoli ad osservare un altro essere vivente ricco di bisogni fisici e psicologici, ma difficilmente interpretabili.  

 

Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come le relazioni sociali siano fondamentali nelle nostre vite. A giovedì prossimo!