Perché i colloqui di lavoro vanno male?

Non sei soddisfatto di come ti presenti durante i colloqui? Non riesci a raccontare tutto quello che vorresti? Anche L. B.,…

Non sei soddisfatto di come ti presenti durante i colloqui? Non riesci a raccontare tutto quello che vorresti?

Anche L. B., un nostro iscritto, non lo era. Se segui la nostra newsletter conosci già questa storia. Altrimenti, buona lettura!

Come presentarsi ai colloqui di selezione

Abbiamo conosciuto L. B. un paio di anni fa in occasione del colloquio conoscitivo. Qualche tempo fa ci ha richiamati con una richiesta ben precisa: capire cosa non andasse nella sua presentazione ai colloqui.

Ci ha raccontato brevemente la situazione. Il desiderio di diventare responsabile marketing lo aveva spinto a ricercare un nuovo lavoro.

Aveva tutte le carte in regola per quel ruolo e un curriculum vitae ben fatto, grazie al quale aveva sempre ottenuto una prima intervista con i selezionatori.

Arrivato a quello step, però, non veniva più ricontattato. Nessuno gli proponeva un colloquio di approfondimento.

L'assenza di risultato era accompagnata dalla spiacevole sensazione di non riuscire a trasmettere tutto ciò che sapeva fare ai recruiter.

L. B. era entrato in un loop fatto di insoddisfazione e insicurezze. Percepiva di non avere alcun controllo sulla situazione. Ha deciso allora di chiederci aiuto per capire come uscirne.

Gli abbiamo proposto di fare una simulazione di un colloquio di lavoro, basandoci su un'offerta che lui riteneva interessante.

Cosa ci ha raccontato:

  • la sua formazione
  • le sue esperienze lavorative
  • le sue aspirazioni

Il modo in cui si presentava (gesti, tono, postura) era impeccabile.

Eppure stava tralasciando le informazioni più rilevanti che noi selezionatori avremmo dovuto rilevare per valutare la sua candidatura: le sue competenze!

Senza le competenze non è possibile fare una valutazione adeguata sull'idoneità di un candidato ad un'offerta.

L. B. si focalizzava sulla sua storia professionale proponendo una carrellata di ruoli ed esperienze. Cosa poteva fare, dunque, L. B.?

Assumere il punto di vista dell'azienda, non più il suo.

La sua storia professionale non doveva essere fine a sé stessa, ma doveva essere funzionale a mettere in luce le competenze che l'azienda stava cercando.

Ecco come abbiamo supportato L. B.:

  • abbiamo svolto un'analisi delle sue competenze
  • abbiamo individuato con lui le competenze principali per il ruolo oggetto di candidatura
  • abbiamo invitato L. B. a raccontare specifiche situazioni lavorative che denotavano il possesso di sue competenze attinenti all'annuncio di lavoro.

Impostando il discorso così, L. B. è riuscito a valorizzare le sue competenze, trasmettendo il know-how che avrebbe potuto portare in una nuova realtà. L. B. stesso si è sentito soddisfatto della sua presentazione e più sicuro di sé.

Ci ha lasciato anche una recensione, che puoi leggere qui.

Sarà capitato anche a te di riuscire a risolvere problemi che sembravano insormontabili semplicemente prendendo le distanze da essi e cambiando prospettiva.

Se ti trovi nella situazione di L. B., la cosa migliore che puoi fare è metterti nei panni delle aziende.

Il focus del tuo discorso deve puntare sempre sulle competenze che possiedi, ma che interessano all'azienda!

Certo è che il primo passo da compiere è quello di avere ben chiaro quali sono le tue competenze e come le puoi rendere spendibili in altri contesti lavorativi.

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